LA MEDAGLIA MIRACOLOSA

“Fa coniare una Medaglia su questo modello: le persone che la porteranno riceveranno grandi grazie; le grazie saranno più abbondanti per le persone che la porteranno con fiducia”. E’ stata coniata per volontà della Madonna, espressa a Santa Caterina Labourè nell’apparizione del 27 novembre 1830, a Parigi (140, Rue De Bac)  Il Santuario, in cui si trova la Cappella della Medaglia miracolosa, si trova non molto distante dal Louvre ed è comodamente raggiungibile mediante la metropolitana in quanto esiste una fermata proprio a Rue De Bac Sul diritto della Medaglia suor Caterina aveva visto la Madonna biancovestita, con le braccia distese sul mondo, le dita delle mani emananti fasci di luce di vario splendore; e le parole:  “O Maria concepita senza peccato, prega per noi che a te ricorriamo”.  Sul rovescio, fra dodici stelle, la lettera M sormontata da una croce e, sotto, il Cuore di Gesù circondato da una corona di spine ed il Cuore di Maria trafitto da una spada. Ufficialmente approvata dalla Chiesa, la Medaglia miracolosa si è diffusa dovunque e nessuno può contare le “grandi grazie” ottenute.  Tra le più note, la conversione dell’ebreo Alfonso Ratisbonne, il 20 gennaio 1842, a Roma, nella chiesa di S. Andrea delle Fratte: conversione che suscitò 75 anni dopo nel giovane Massimiliano Kolbe una delle più forti spinte a fondare la Milizia dell’Immacolata. Un busto marmoreo del Santo ricorda oggi la Prima Messa che egli volle celebrarvi il 29 aprile 1918. Ho conosciuto Felini Lidio, morto a circa 85 anni, che durante la guerra in Abissinia è stato salvato proprio dalla Medaglia miracolosa che aveva fermato una pallottola esplosiva dum dum. Tale pallottola colpì, ammaccandola, la medaglietta di alluminio che Lidio conservava nel taschino della giubba procurandogli solo lievi ferite. Il colonnello medico gli disse che era stato miracolato e l’episodio venne riportato dal Corriere della Sera dell’epoca. La verità di fede espressa dalle parole incise sulla Medaglia miracolosa: “O Maria concepita senza peccato…” anticipava la solenne definizione della Chiesa fatta da Pio IX l’8 dicembre 1854, confermata poi dalla Madonna a Lourdes nel 1858 con le parole dette a Bernadette: “Io sono l’Immacolata Concezione”. In questa verità si evidenziano almeno tre dei privilegi di cui è ricca la Madonna: l’immacolatezza della sua concezione, la sua Mediazione universale, la sua Regalità. Così Maria è a pieno diritto nel “Mistero di Cristo e della Chiesa”.

Santa Caterina e la Medaglia Miracolosa

Siamo a Parigi. Ci troviamo nella Casa Madre delle Suore di San Vincenzo de’ Paoli e Santa Luisa de Marillac, le Figlie della Carità. Nella Casa Madre c’è il Noviziato. Tra le novizie c’è un’umile suora che si chiama Suor Caterina Labouré, oggi Santa. A quest’umile novizia, nascosta e sconosciuta, avverranno alcuni dei fatti più straordinari che possono capitare a una creatura sulla terra: le apparizioni della Vergine Immacolata. Perché a Suor Caterina? … Perché proprio a lei? … Perché era una Suora tanto umile, tanto semplice, tanto angelica… Questa risposta corrisponde alle divine parole di Gesù: “Ti ringrazio, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose agli intelligenti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli” (Lc 10,21). La conferma più splendida della lode di Gesù agli umili la troviamo nel comportamento di S. Caterina dopo i fatti straordinari: ella seppe tenere nascosto il segreto delle apparizioni della Madonna per ben 46 anni, ossia fino alla morte, rivelandolo soltanto al suo confessore. A questi “piccoli” Dio dona le cose più grandi. Fin da piccina, S. Caterina Labouré ebbe nel Cuore una devozione così tenera e filiale verso la Madonna che quando le morì la mamma, ella riunì i fratellini ai piedi di una statuina di Maria e disse loro “Non abbiamo più la mamma: ecco un’altra Mamma!” La pia fanciulla era nata a Fain-les-Moutiers, villaggio della Borgogna, il 2 maggio 1806. La famiglia era molto buona: c’erano dieci figli; si viveva tutti in una grande fattoria. Quando Caterina aveva ancora dodici anni, e la mamma era già morta, dovette assumere la direzione della casa perché la sorella maggiore entrava in convento a Parigi tra le Figlie della Carità. Giudiziosa e sollecita, la brava fanciulla non fece rimpiangere la sorella più grande. Attenta e generosa, Caterina arrivava a tutto: sbrigava i lavori di casa, serviva il papà e i fratelli, coltivava con fervore la sua pietà eucaristica e la sua devozione alla Madonna. Visse così, laboriosa e pura, fino alla sua giovinezza. E si capiva che qualcosa di speciale maturava in lei, per il fascino che esercitava con il suo candore e la sua umiltà. Ciò apparve evidente quando le furono fatte diverse proposte di matrimonio, e la sua risposta fu sempre una sola “Ho già trovato il mio sposo fin dal giorno della prima Comunione, a Lui ho dato tutta me stessa”. Anch’ella voleva diventare la Sposa di Gesù tra le Figlie della Carità al servizio dei poveri e dei sofferenti. Finalmente, superati ostacoli amarissimi, la pia giovane poté entrare nel noviziato delle Figlie della Carità, a Parigi, in Rue du Bac. Era il 21 aprile 1830. Non trovò nessuna difficoltà a vivere una vita di sacrificio nella preghiera e nella mortificazione. Era così bene allenata! E tutto ella era pronta a soffrire pur di diventare la Sposa sempre vergine di Gesù: era il suo ideale di amore sublime e infinito. L’intuizione luminosa che ebbe -e che hanno solo i semplici e i puri di cuore- fu quella di diventare degna Sposa di Gesù affidandosi alla Madonna e ricopiando fedelmente le virtù della Celeste Vergine. Ecco il proposito fondamentale scritto da lei stessa con semplicità “Prenderò Maria per modello al principio delle mie azioni, e penserò come Ella avrebbe fatto il dovere che sto per compiere”. Via via, intensificherà talmente la sua filiale devozione alla Madonna, e ne scoprirà così in profondità il valore, soprattutto per la gioventù, che la Madonna stessa, in una delle apparizioni, la incaricò di organizzare un’associazione mariana per aiutare tutti a possedere la “perla preziosa” (Mt 13,46) della devozione mariana. Per questo, senza risparmio di prove e di sofferenze, ella si impegnò e arrivò a fondare le “Figlie di Maria’ esclamando felice, con lo sguardo profetico rivolto al futuro “Come sarà bello vedere Maria onorata da tutta la gioventù!” Il fatto centrale di tutta la vita di S. Caterina, però, fu e rimane sempre quello delle cinque apparizioni della Madonna che le affidò la “Medaglia miracolosa” da diffondere nel mondo intero. Nel luglio e nel novembre del 1830 avvennero le due principali apparizioni della Vergine Santissima nella Cappella del Noviziato. La prima delle due avvenne di notte. Avvertita dall’Angelo Custode, S. Caterina si recò trepidante nella Cappella e andò a inginocchiarsi ai piedi della Madonna che stava seduta al lato destro dell’altare. La Santa poté poggiare le sue mani sulle ginocchia della Madonna e contemplare il Suo celestiale volto. “In quel momento -scriverà poi- provai la gioia più dolce della mia vita “. Il colloquio durò più di due ore! La seconda volta, S. Caterina ricevette dalla Vergine la missione di far coniare la celebre “medaglia” che sarà giustamente definita “miracolosa”. La Madonna stessa le fece vedere il modello completo, così come lo vediamo riprodotto sulle medagline. Le difficoltà e i travagli furono grandi prima di ottenere che venisse coniata questa medaglina. Un’umile suora, ignorata da tutti, ricca soltanto della povertà evangelica, come avrebbe mai potuto far coniare una medaglia da produrre poi in quantità sempre maggiori, e da diffonderla nel mondo intero? La potenza di Dio risplende tanto più gloriosa, quanto più impotenti sono le creature. E due anni dopo, il 30 giugno 1832, venivano coniati i primi 1500 esemplari della medaglina. S. Caterina, così umile, così povera, potette avere fra le mani la bella medaglina. Quanti baci e lacrime d’amore! E con quale entusiasmo si applicò a diffonderla ovunque e a chiunque, certissima delle parole della Madonna “Tutte le persone che porteranno la medaglia riceveranno grandi grazie “. Tra gli operai e gli ammalati, fra i soldati e i poveri, per oltre 40 anni, S. Caterina, la dolce Figlia della Carità, fu apostola della Medaglia miracolosa fino alla sua beata morte, che avvenne il 31 dicembre 1876. Il suo corpo verginale riposa sotto l’altare, nella cappella delle apparizioni, ai piedi della sua Regina Immacolata. Nella ricognizione del corpo, le mani di S. Caterina che avevano toccato la Madonna e i suoi occhi che l’avevano contemplata apparvero conservati straordinariamente bene.

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